Tutto ha inizio a settembre, il giorno 13, a Teheran, quando la ventiduenne Mahsa Amini è stata arrestata dalla polizia morale perché non indossava correttamente l’hijab, s’intravedeva una ciocca di capelli… Morirà il 16 settembre per le percosse dopo due giorni di coma. Nei giorni successivi il popolo iraniano è insorto, le forze democratiche di tutto il mondo hanno manifestato il dolore per la morte di Mahsa e protestato contro questa barbarie al grido di “Donna, vita, libertà”. Gli studenti del Liceo Artistico Bruno Munari si sono uniti alla protesta con le loro opere cercando di trasformare la paura, la rabbia e la violenza in segni, colore e materia, come se l’alchimia dell’arte potesse far sentire ai più le sofferenze di un popolo e “La voce delle donne” iraniane.